RADIO KAOS
In questa rubrica ho parlato e parlerò ancora di scrittura.
Tuttavia, oggi più che mai, è doveroso riflettere su una questione così intimamente legata alla scrittura da risultare indispensabile alla sua stessa sopravvivenza. Mi riferisco alla lettura, una pratica che sta vivendo una grave crisi, nonostante continui a essere uno dei veicoli fondamentali del sapere e dello sviluppo della personalità dell’individuo.
È evidente che, ormai da tempo, non si fa abbastanza affinché le persone acquisiscano gli strumenti per la comprensione di un testo scritto, condizione senza la quale è impossibile ritrovare prima di tutto il piacere e il bisogno di leggere. Questo succede sempre più spesso anche nei contesti che per logica (o per legge) dovrebbero essere quelli in cui si impara a leggere e a capire.
A differenza della televisione, di youtube o di altri mezzi in basati sulle immagini in movimento (video/schermo) e, dunque, su una fruizione passiva, la lettura è una modalità attiva di acquisizione di informazioni e di contenuti. Infatti, nonostante si effettui “da fermi”, presuppone uno sforzo di volontà e un’attenzione costanti, oltre che grandi dosi di immaginazione, interpretazione, capacità di scelta, collegamento e filtraggio di informazioni attraverso il vissuto del lettore (esperienze personali). Va da sé che la lettura è uno dei modi migliori per apprendere e conoscere non solo fredde nozioni che si trovano al di fuori di noi, ma anche aspetti di noi stessi, giacché quello che leggiamo ci mette sempre in rapporto con ciò che abbiamo dentro.
Detto questo, proprio oggi che i giornali e i libri sono in crisi di vendita (e, dunque, di lettori) il testo scritto assume un’importanza ancora maggiore. Oggi più che mai la scrittura è alla base di tutto, anche se non la vediamo più come prima. E anche se molti la considerano una cosa superata.
Videogame, internet, social network, programmi televisivi, serie tv, cinema e tutto ciò che sembra lontano anni luce dalla scrittura e dalla lettura, in realtà non esisterebbe se qualcuno non scrivesse le storie o le notizie che questi “nuovi” mezzi di comunicazione ci fanno vedere sugli schermi dei televisori, dei tablet o degli smartphone.
Ma, per fare solo un esempio, quanti tra coloro che vorrebbero lavorare alla creazione dei videogame sanno che, se nessuno scrivesse, non potrebbero mai esistere le storie dei loro videogiochi preferiti?
E poi… se nessuno legge, nessuno saprà più scrivere. E se nessuno saprà più scrivere, i videogame, internet, i social network, i programmi televisivi, le serie tv e i film non potranno più esistere. Oppure, e questo è molto più probabile, saranno completamente nelle mani di quei pochi “furbi” che hanno capito che alla base di tutto ci sono e ci saranno sempre la lettura e la scrittura.
E allora, secondo voi, è giunto il momento di ricominciare a leggere o è meglio insistere con la solita vecchia scusa secondo cui non leggiamo più per mancanza di tempo? Fate voi.